Caro energia: il grido d’allarme di Giovanni Arena
Sos. Giovanni Arena, in rappresentanza di Gruppo Vegè e Federdistribuzione Sicilia, s’appella a Mattarella.
«Salasso energetico sulle imprese, nuovo intervento ad hoc»
“Chiediamo al Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, rappresentante dell’unita nazionale e coordinatore e supervisore dei poteri dello Stato, di esercitare la propria influenza sul Governo, ancorché dimissionario, perché adotti, in via straordinaria e urgente, provvedimenti che calmierino i costi energetici sempre più onerosi per le imprese e le famiglie e compensino la progressiva perdita di potere d’acquisto dei consumatori a causa dell’inflazione”.
Giovanni Arena, Presidente di Gruppo VéGé, rappresentate di Federdistribuzione Sicilia e direttore generale di Gruppo Arena esorta il Capo dello Stato ad intervenire per alleviare il disagio e fugare i timori delle imprese e delle famiglie alle prese con la “febbre” dei rincari e l’iperinflazione.
“Sapevamo da inizio anno che avremmo dovuto affrontare costi energetici per circa il doppio rispetto al 2021. Alla fine del primo semestre, le previsioni sono state confermate. Ma da Luglio il voto è stato di 4,4 volte maggiore rispetto a Luglio 2021. Ad Agosto stiamo registrando un rincaro del 10%-15% e gli indicatori predittivi della curva degli oneri per i prossimi mesi indicano un’ulteriore crescita del 30%. Se il trend ascendente dei costi aumentasse ancora, come gruppo societario, avremmo difficolta serie a gestirli. Le imprese, sopratutto piccole e piccolissime, rischiano di uscire dal mercato con costi sociali elevati”.
Eppure interventi mitigatrici di costi e oneri non sono mancati. Il Governo Draghi è intervenuto a più riprese (con la legge di Bilancio 2022 e con due decreti legge) erogando complessivamente 11 miliardi di euro, sebbene la spesa sostenuta dalla collettività nazionale, secondo la Cgia di Mestre, ammonti finora a 34 miliardi. Non le bastano?
“No, perché si interviene con una credito di imposta sulle differenze di costo energetico tra il 2019 e il 2021 per le aziende energivore pari al 25% e al 15% per quelle non energivore, come la nostra. Siamo stati fortunati perché in un primo momento erano state escluse le aziende che superano il “de minimi” (sono così definiti gli aiuti concessi alle imprese in un determinato arco di tempo: siccome sono piccola entità sono esentati dall’obbligo di notifica alla Commissione Europe perché non alterano la concorrenza sul mercato), cioè circa l’80%, poi il Governo nell’ultimo procediamo prima della decadenza, ce le ha fatte rientrare.”
Cosa servirebbe?
“Che il Governo ci metta al riparo dai maggiori incrementi di costo da qui a dicembre con un provvedimento mirato”.
Un intervento come quello richiesto, esigerebbe un Esecutivo con pieni poteri non un Governo dimissionario.
“Proprio perché ne siamo consapevoli, chiediamo un intervento autorevole, quello del Capo dello Stato, di cui conosciamo a apprezziamo il senso di responsabilità e la grande sensibilità istituzionale.”